Chi di noi non ricorda la classica foto di Peter Norton stampata sui package delle Norton Utility, sui libri dello stesso Norton e sugli altri tool Norton/Symantec fino al 2001?
Praticamente tutti. Cerchiamo allora di scoprire insieme che fine ha fatto il “buon” Peter, ripercorrendo sinteticamente la sua storia.
Peter Norton nasce ad Aberdeen (Washington) il 14 novembre 1943 e comincia a lavora sui mainframe ed i primi microcomputer che caratterizzano il mercato del dopo guerra. Nel 1981 è uno dei primi ad acquistare il PC-IBM, su cui decide di creare, in seguito alla cancellazione accidentale di alcuni file, un programma di “undelete” e di venderlo come Peter Norton Computing.
Sicuramente ai tempi del DOS, le Norton Utility sono state una manna dal cielo e hanno salvato tempo e denaro di molti utenti. Negli anni la loro utilità è però andata decisamente diminuendo, grazie (dal punto di vista degli utenti) all’inclusione di versioni base di esse all’interno dei Sistemi Operativi, a partire dal DR DOS 5.0.
Tra la seconda metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 Norton viene visto come il “meccanico” dei computer, tanto che ancora oggi spopola in rete l’immagine seguente:
in cui si vede un floppy da 5,25” sollevato a mo’ di automobile per essere revisionato da Peter.
Quello che però è restato nella mente degli utenti è proprio il mezzo-busto del buon Peter, forse l’unico uomo al mondo che può vedere il proprio volto invecchiare parallelamente all’aumento del numero di release di un software.
La vena narcisista del “papà delle utility” è probabilmente dovuta anche alla sua estrema passione per l’arte che lo porta nel 1989 (insieme alla moglie Eileen) a fondare la Peter Norton Family Foundation, al fine di dare supporto alle organizzazioni d’arte moderne no-profit. In tale ambito conquista la ribalta delle cronache nel 1999 in seguito all’acquisto per 156mila dollari delle lettere scritte da J. D. Salinger all’amata Joyce Maynard. In un intervista, Norton affermò di aver acquistato le lettere al solo scopo di restituirle all’autore (o farne quello che lui gli avrebbe detto), visto che la Maynard era stata costretta a metterle all’asta per motivi economici e non gli sembrava corretto che potessero finire in mani spregiudicate.
"My intention is to do whatever he (Salinger) indicates to me he wants done with them," he continued. "He may want them returned. He may want me to destroy them. He may not care at all."
Arte e Tecnologia, quindi, un connubio che richiama da vicino la figura di Steve Jobs, il quale ha ben sintetizzato il concetto in una sua storica frase:
“Design is not just what it looks like and feels like. Design is how it works.” [Il design non è solo quello che appare e si sente. Il design è come funziona.]
E incrociando il precursore di tutto ciò, ovvero Douglas Engelbart, otteniamo un ritratto che sintetizza alla perfezione il tutto ,perché ogni buon design o progettazione che si voglia ha bisogno di un’anima.
La storia moderna di Norton si avvicina a quella di Gates e avvalora un commento lasciato da “massimo” in merito al mio precedente articolo:
“La mia personalissima teoria, basata sul fatto che Bill Gates era ed è un ottimo programmatore, è che lui ha smesso di occuparsi di Windows quando è diventato chiaro che Windows non era più una sfida tecnologica, ma un impero da amministrare, una mucca da mungere. Quando insomma fare Windows ha smesso di essere divertente ed è diventato una palla infinita…”
Probabilmente per Norton è stato lo stesso, tanto che nel 1990 cede la propria società a Symantec per circa 70miliondi di dollari. La nuova società rende la Peter Norton Computing una propria divisione (Group) e decide di continuare ad utilizzare il brand “Norton” per molti dei suoi prodotti.
Oggi Norton è ancora tecnologicamente impegnato. Infatti dopo quasi dieci anni di “letargo” ha assunto il ruolo di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Acorn Technologies e di EChinaCash, società da lui stessa fondata ed orientata alla gestione dei brand aziendali ed alla fidelizzazione dei clienti.