Gli esordi dell'International Business Machines Corporation, nota comunemente come IBM, risalgono al 1884 quando Herman Hollerith fonda la Tabulating Machine Company e brevetta una macchina tabulatrice automatica in grado di leggere schede perforate. Hollerith partorisce l’idea per abbattere i tempi necessari ad elaborare i risultati del nuovo censimento statunitense, visto che per il censimento del 1880 erano occorsi ben 7 anni. Grazie alla tabulatrice, i risultati del censimento del 1890 divengono accessibili in “soli” due anni, un risultato incredibile, tenendo anche conto che dal 1880 la popolazione è passata da 50 a 63 milioni.
Herman Hollerith
La macchina tabulatrice sfrutta lo stesso principio dei controllori dei mezzi pubblici che obliterano il biglietto in funzione delle caratteristiche del viaggiatore, “punzecchiandolo” opportunamente. Alla base del suo funzionamento, ci sono delle schede perforate da 187x83 mm, volutamente di dimensioni identiche a quelle del biglietto da un dollaro per poterle raccogliere tramite le cassettine di legno già ampiamente utilizzate dalle banche e quindi di facile reperibilità. Una volta immerse le schede in una soluzione chimica, grazie ad una serie di aghi, in corrispondenza di ogni buco si crea un circuito elettrico che consente di registrare il dato.
La Macchina Tabulatrice
In seguito allo straordinario risultato, la TMC vince anche l'appalto per l'elaborazione del censimento Usa del 1900, ma manca l’obiettivo nel 1910. Hollerith decide allora di espandere il proprio campo d'azione avviando la fusione della sua azienda con altre tre società (la Computer Tabulating Recording Company, la International Time Recording Company e la Bundy Manufacturing Company), dando così vita alla Computer Tabulating Recording Company (CTR). La nuova società ingloba le attività principali delle società da originarie: produzione di orologi marcatempo, produzione di bilance da macellaio e, ovviamente, realizzazione di tabulatori meccanici.
Computer Tabulating Recording Company Logo
Nel 1914, Thomas J. Watson assume il ruolo di presidente e CEO della CTR e da nuova linfa all’azienda: la forza vendita viene trasformata in una squadra di supervenditori in abito scuro. Le giornate lavorative iniziano sempre con una riunione generale in cui Watson tiene un discorso d’incoraggiamento caratterizzato dalla frase “Ever Onward”, ossia “sempre avanti”.
Thomas J. Watson
Nonostante il core business dell’azienda resti focalizzato sulle tabulatrici, i campi di applicazione dell’elaborazione meccanica si espandono rapidamente, tanto che nel 1924 la società cambia nome in International Business Machine, proprio per evidenziare le trasformazioni in atto che la porteranno a dominare il settore in modo assoluto fino agli degli anni ‘50.
Da CTR Co ad IBM
Verso la metà del secolo scorso cominciano a comparire i primi calcolatori elettronici, ma Watson non si dimostra particolarmente interessato ad esso. Tocca a Thomas Watson Jr., succeduto al padre nel 1952, riorganizzare la vision aziendale, prendendo spunto dal successo dell’UNIVAC di Remington Rand, consegnato nel 1951 al Census Bureau degli Usa e nel 1954 alla General Electric.
Remington Rand UNIVA
Nel 1955, IBM presenta il suo primo calcolatore realizzato per la Monsanto: benché partita in ritardo, grazie ai suoi modelli organizzativi, BigBlue riesce a conquistare un ruolo da leader nel settore. La leadership è però destinata a essere rimessa rapidamente in discussione, soprattutto a causa dell’ascesa di Apple, Commodore e Tandy ("1977 Trinity") che iniziano a vendere un nuovo tipo di calcolatore: il personal computer.
Per la seconda volta nella sua storia, IBM è costretta ad inseguire e lo fa affidandosi al suo manager William C. Lowe. Lowe si concentra su un'analisi di mercato che evidenzia come, non solo la scelta per BigBlue sia obbligata, ma che la sua discesa in campo significherebbe un definitivo riconoscimento ufficiale del nuovo settore.
L’assalto dei “personal computer” da parte di IBM parte dalla serie di microcomputer 5100, eredi diretti dello "SCAMP" (Special Computer APL Machine Portable) di Paul J. Friedl e passa per la creazione della specifica Entry Systems Division (ESD). Al futuro PC viene dato il nome in codice di "Acorn" e la relativa governance viene affidata, dallo stesso Lowe, a Philip D. Estridge.
William C. Lowe e Philip Don Estridge
Il nuovo microcalcolatore, con architettura "aperta", CPU Intel 8088 e PC-DOS viene ufficialmente annunciato il 12 agosto del 1981: nasce l'IBM Personal Computer. La scelta dell’Intel 8088 a 16bit è una vera ventata di novità, considerando che il mercato è dominato da CPU ad 8bit, così come lo è la separazione della tastiera dal corpo centrale, al contrario della tendenza del periodo.
IBM PC 5150
L'uscita del PC IBM rappresenta una pietra miliare nella storia dei computer, ma lo è anche in quella di IBM che, per la prima volta, commercializza un computer basato su componentistica prodotta da terzi parti (floppy drive, monitor e stampante). Anche per il software l'ESD si rivolge a fornitori esterni e, in particolare, chiede a Microsoft di realizzare un nuovo sistema operativo (che diventerà il PC DOS), dopo lo stallo delle trattative con la Digital Research per un porting del CP/M su piattaforma x86. Inoltre, dal punto di vista della distribuzione, oltre ai canali classici di IBM, l’ESD si avvale di concessionari e distributori esterni, come ad esempio Computerland, creando massicce campagne pubblicitarie.
Un emulo di Chaplin usato come "testimonial" del PC IBM
IBM prevede, al momento del lancio, di vendere circa 250.000 PC in cinque anni, ma l’obiettivo viene raggiunto prima della fine del secondo anno di produzione! Il “silver bullet” del nuovo PC è sicuramente l’architettura “aperta”, cosa che permette subito a produttori terzi di realizzare schede aggiuntive, e ben presto, anche “cloni” altamente competitivi.
BigBlue tenta di contrastare la perdita di posizioni di mercato con la serie PS/2, ma, come tutte le grandi organizzazioni, è diventata eccessivamente burocratizzata, rendendo difficile adottare politiche innovative in tempi brevi. Nel giro di pochi anni, perde la leadership di mercato ed è costretta a reagire (1987) con un forte turnover: vengono tagliati i costi del personale a tutti i livelli e vengono ridotti drasticamente i livelli gerarchici, consentendo di contenere i costi e di ripristinare la velocità di risposta al mercato che col tempo si era affievolita.
Per contro, viene ampliato l’organico relativo alle vendite e al marketing, riallocando personale dalle funzioni di staff e dagli impianti di produzione. Dal punto di vista strategico, inoltre, si cerca di ridurre il peso dell'hardware a vantaggio del software e dei servizi che possano garantire migliori prospettive di redditività, puntando su tre direttrici:
- servizi a valore aggiunto;
- sistemi “midrange” (ossia la serie AS/400, oggi iSeries, che esplose dapprima nelle PMI e poi nelle grandi aziende, dove conquistò un posto come snodo fra i mainframe e le unità produttive decentrate).
- sostegno al software OpenSource.
Per meglio veicolare le proprie soluzioni, la società organizza una rete mondiale di Business Partner e nell’ottobre del 2002 acquisisce PWC Consulting al prezzo di circa 4 miliardi di dollari, con l’obiettivo di allargare il suo raggio d’azione alla consulenza aziendale e ai servizi. Tutto questo però ritarda solo l’inevitabile: nel 2004 IBM Corporation cede all’azienda cinese Lenovo PC Global la divisione che produce desktop e portatili.
Liu Chuanzhi (CEO LENOVO) e John Joyce (Senior Vice-President and Group Executive of IBM Global Services) l'8 dicembre 2004 siglano l'accordo di vendita della divisione PC
IBM modifica nuovamente il proprio core business focalizzandosi sui supercomputer e realizza “Deep Blue”, progettato appositamente per giocare a scacchi, e “Blue Gene” che nella configurazione “Blue Gene/L” al momento del debutto ( novembre 2007) era il più potente “supercomputer” del mondo, superato nel 2008 dall’IBM Roadrunner con potenza praticamente doppia.
Dal lato software lo spostamento di IBM verso il mondo Open Source (soprattutto LINUX) è rappresentativo di come BigBlue sia continuamente capace di rinnovarsi, a dispetto delle sue grandi dimensioni. Ciò, come abbiamo visto, gli ha consentito di superare momenti di crisi molto forti che hanno portato alla sparizione sul mercato di altri nomi altrettanto famosi.
Va, infine, ricordato che IBM è oggi molto attiva nel campo della responsabilità sociale, grazie ai numerosi progetti promossi per la salvaguardia dell’umanità e per la tutela dell'ambiente.