Le origini di WordStar sono legate a quelle di MicroPro, fondata da Seymour Rubinstein, proveniente dalle fila della storica IMS Associates Inc. produttrice dell’IMSAI 8080.
Oltre a Rubinstein e al fondatore William H Millard, IMS poteva contare su John Robbins Barnaby che si occupava di adattare il sistema operativo CP/M, aggiungendo, inoltre, caratteristiche innovative come il buffering dei file caricati.
Per migliorare il proprio lavoro, Barnaby decide di scrivere un sostituto per EDitor, l’editor di default del sistema di Digital Research, chiamandolo (in verità con poca fantasia) NED: New EDitor. Oltre alla scrittura completa in assembly, l’editor aggiunge il concetto spaziale 2D, ovvero la possibilità di spostare il cursore su due dimensioni.
Rubinstein rimane particolarmente colpito dall’efficienza di NED e decide di approfondire lo stato dell’arte dei word processor, sfruttando un'indagine della società DataPro. L’analisi lo convince che il mercato è alla ricerca del suo “silver bullet”, ovvero del prodotto che avrebbe trasformato il settore, tanto da decidere di licenziarsi da IMS Ass. e fondare MicroPro.
Anche Barnaby segue Rubinstein nella nuova avventura e si dedicata allo sviluppo dei primi due prodotti: WordMaster (1976) e SuperSort (1977), sempre pensati per l’IMSAI. Il primo, molto simile a NED, è chiaramente il prodotto su cui si concentra il focus aziendale e, insieme ad un tool esterno di formattazione del testo chiamato Text, rappresenta la principale fonte di ricavo.
Rubinstein e Barnaby
WordMaster e Text convergono sul finire del 1978 in quello che diventerà WordStar, presentato ad Aprile del 1979 al West Cast Computer Fare di San Francisco.
Ma WordStar è qualcosa in più della semplice somma di WordMaster e Text: lo schermo viene diviso in due aree principali, una dedicata alla scrittura vera e propria e una dedicata alla gestione dei comandi. Proprio il set di comandi definito da MicroPro diventa lo standard-de-facto per tutti i word processor per PC di prima generazione.
Nello sviluppo della prima release, oltre a Barnaby è coinvolto anche Jim Fox, mentre la commercializzazione viene affidata alla ComputerLand, la società fondata da Millard per la commercializzazione di prodotti elettronici.
WordStar 1.0
La versione originale, rilasciata a settembre del 1979, viene aggiornata ad una fantomatica versione 2 a distanza di pochi mesi. Questa release, oltre a migliorare la precedente, aggiunge anche un elemento che causa un putiferio: protegge il software dalla copia. Se oggi questo fattore sembra scontato, non lo era per niente tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 (a tal proposito è celebre la lettera di Gates all’ Homebrew Computer Club del 1976 - StoriaInformatica: an open letter to hobbyists)
MicroPro non fa in tempo a fare marcia indietro, eliminando la protezione e cercando di ripristinare i rapporti con i propri clienti, che si trova a fronteggiare una nuova emergenza: ad ottobre del 1979 Barnaby chiede un periodo prolungato di ferie, per riprendersi dall’intensivo lavoro, ma non farà più ritorno in azienda, tanto che verrà ufficialmente esonerato a marzo del 1980.
WordStar 1979 adv
A questo punto Fox diventa ufficialmente responsabile del progetto e comincia a lavorare al porting di WordStart per altre piattaforme CP/M based. In realtà è utile evidenziare che più che un porting si tratta di un adattamento: infatti i vari sistemi dispongono tutti del CP/M ma la relativa personalizzazione richiede interventi mirati per abbracciarne le differenze. Arriva così il supporto all’Apple II tramite al SoftCard Microsoft, per il TRS-80 e altri personal computer particolarmente rilevanti.
Parallelamente MicroPro si imbarca in una nuova avventura: sviluppare una specifica versione di WordStar per i nascenti personal computer portatili. I 2 sistemi di riferimento sono l’Epson PX-8 e l’Osborne-1, entrambi basati sullo Z80. Chiaramente WordStar doveva essere modificato in modo da adattarsi alle ridotte capacità elaborative e ai piccoli display LCD. Rubinstein chiede allora una stima per le modifiche, ma quando riceve una ipotesi di 6mesi, ri-contatta Barnaby, sicuro che quest'ultimo possa abbattere notevolmente i tempi di sviluppo. Barnaby accetta l’offerta, chiedendo un onorario di 100$ all’ora e lasciando definitivamente l’azienda alla fine del progetto.
L’operazione riesce e il successo di vendite dell’Osborne-1 fa guadagnare una fama notevole a WordStar (fornito in bundle), raggiungendo la soglia di 10.000 installazioni.
WordStar per Osborne-1