Il passo più importante per Commodore è, nel 1984, l'acquisizione di Amiga Inc: una startup fondata nel '82 da Jay Miner e Dave Morse (due ex dipendenti Atari) che ha sviluppato dei chip innovativi e ha bisogno di ingenti capitali per produrre il proprio primo personal computer. Su Amiga ha già messo gli occhi l'Atari di Tramiel anticipando cospicui finanziamenti, ma a spuntarla è Commodore, grazie a un'offerta più generosa e per aver dato al management Amiga la possibilità di continuare a guidare, dopo l'acquisizione, lo sviluppo dei progetti.

Mentre si prepara la futura generazione di sistemi viene introdotto, nel gennaio del 1985, l'ultimo dei computer a 8 bit: il Commodore 128. Memore del fiasco del Plus/4, Commodore ha questa volta progettato il computer in modo da garantire la compatibilità anche con il software realizzato per il C64: risultato ottenuto sfruttando un'architettura bi-processore (è stato aggiunto uno Zilog Z80) che può operare sia in modalità compatibile sia in modalità standard CP/M, sfruttando le maggiori risorse.

L'evento più importante è, nel giugno dell'85, la presentazione a New York del primo computer della nuova generazione, l'Amiga 1000, dotato di interfaccia grafica, mouse e sistema operativo multitasking. Un computer dall'aspetto e dal costo professionali, ma che mostra la capacità di Commodore di competere con la generazione di sistemi dotati d'interfaccia grafica di cui il Macintosh è precursore. Al costo di 1300 dollari, Amiga 1000 offre il potente processore Motorola 68000 (lo stesso dell'Apple Macintosh), 256KB di RAM e un lettore per floppy da 3,5" con 880KB di capacità.

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Amiga 1000 (detto anche Lorrain)

Grazie al buon successo del C128 e alla riorganizzazione aziendale condotta dal nuovo CEO Thomas Rattigan, Commodore supera la difficile congiuntura. Nell'87 Gould rimuove Rattigan per disaccordi sull'assetto dell'azienda, che comunque è finanziariamente in buona salute. Sul fronte dei prodotti, Commodore annuncia nel febbraio '87 l'Amiga 500: versione a basso costo dell'architettura, adatta finalmente a incontrare i favori dell'utenza consumer. Nella fascia alta debutta invece Amiga 2000, assieme agli IBM-compatibili PC10-1 e PC10-2. In novembre si aggiunge alla famiglia l'Amiga 2500/30 che monta il processore 68020 con il coprocessore matematico.

Nel gennaio del 1989 Commodore annuncia di aver raggiunto il milione di sistemi Amiga venduti nel mondo. Irving Gould, nel ruolo di chairman e CEO, nomina presidente Mehdi Ali, già vice presidente finanziario di General Motors e PepsiCo. Da Apple arriva in Commodore Harold Copperman nel ruolo di COO e presidente per le attività negli USA. La convinzione che l'informatica necessiti di competenze manageriali comuni ai settori dei beni di consumo hanno spinto Gould a fare scelte simili a quelle di Apple: quando sei anni prima Steve Jobs aveva assunto John Sculley da PepsiCo. Con la nuova organizzazione Commodore vuole accreditarsi come una primaria multinazionale d'informatica capace di proporre soluzioni ad alta tecnologia sui mercati del consumer e dei prodotti professionali. Le capacità multimediali sono l'elemento distintivo dei prodotti Commodore sia rispetto ai più limitati PC IBM-compatibili sia ai modelli Apple: i cui sistemi Macintosh si sono specializzati nelle applicazioni di grafica creativa e di desktop publishing.

Nel 1990 Commodore annuncia il potente Amiga 3000: un sistema basato sul processore 68030 a 16 MHz che utilizza una versione avanzata del chip-set grafico. L'unità ha 2MB di RAM, disco fisso da 10-40MB ed è venduta con prezzi a partire da 4100$, monitor incluso. Commodore si lancia nel settore dell'entertainment digitale con il CDTV (Commodore Dynamic Total Vision): un computer con l'aspetto di un hi-fi, pensato per la fruizione familiare 'da salotto' di enciclopedie multimediali e di media interattivi su CD. Basato sull'hardware dell'Amiga 500 e venduto a 1000$, CDTV sonda un mercato nuovo sul quale ha investito Philips con il CDI e sta per arrivare Olivetti con l'Envision (l'idea originale della società d'Ivrea è portare in questo mercato un vero PC-compatibile). Conquistato dalle console di giochi, il salotto si rivela inaccessibile ai nuovi player intelligenti. CDTV, al pari dei prodotti consimili, non ha il successo sperato. Con il CDTV fallisce il tentativo di promuovere presso il grande pubblico la diffusione dei supporti multimediali; un fatto sul quale Commodore contava per moltiplicare la domanda dei modelli professionali Amiga quali strumenti di produzione.

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il CDTV

Nel '91 Commodore introduce l'Amiga 3000UX, un computer dotato del processore Motorola MC68030 a 25MHz e del sistema operativo UNIX System V Release 4, con il supporto dell'interfaccia grafica Open Look e della connessione di rete Ethernet. L'unità, di fascia professionale, costa 5000$, escluso il monitor. Nel 1992 Commodore sollecita nuovamente il mercato consumer con l'Amiga 600: un computer compatto con visualizzazione a 4096 colori, audio stereo, sistema operativo pre-emptive multitasking, slot PCMCIA e controller per disco fisso; il tutto al prezzo base di 500$. Arriva anche il primo personal con il nuovo chip set AGA (Advanced Graphics Architecture) e il processore 68040/25: l'Amiga 4000. Oltre ai sei chip custom AGA (Super Gary, Super Ramsey, Super Amber, Lisa, Alice, and Paula) ci sono 6MB di RAM, disco fisso da 120MB e l'AmigaDOS Release 3. Nel dicembre '92 è la volta dell'Amiga 1200: ultimo modello di successo. Simile all'Amiga 600, ma dotato del più potente processore 68020/14 e di 2MB di RAM.

Nel 1993 c'è un altro tentativo di Commodore per entrare nel mercato dell'intrattenimento. Fallito il CDTV, la società ripropone un prodotto sostanzialmente analogo, realizzato sotto forma di console per videogiochi. CD32 è la prima console sul mercato a vantare una CPU a 32 bit (il processore è il 68020/14). Simile nell'architettura all'Amiga 1200, incorpora un lettore CD-ROM, il chipset grafico AGA e ha l'opzione per la decodifica dei filmati MPEG1. E' questo l'ultimo innovativo prodotto di Commodore. Nel frattempo sono infatti riaffiorati i problemi finanziari come conseguenza di un calo delle vendite dei computer Amiga e delle periferiche. A fine anno Commodore annuncia perdite per oltre 100 milioni di dollari e il taglio di attività non strategiche, tra cui la produzione dei PC-compatibili. 

L'evoluzione della crisi è incredibilmente rapida. Nell’aprile del 1994 Commodore è in bancarotta e costretta a cessare le attività di produzione di computer e semiconduttori; nell’anno successivo è messa in liquidazione. All’asta per acquisire l'azienda partecipano Dell Computer e la tedesca Escom. E' quest'ultima, dopo lunghe vicissitudini giudiziarie a ottenerne l'aggiudicazione per 12 milioni di dollari. Il business di Commodore si è intanto assottigliato e il periodo non è affatto felice per il comparto dei pc in cui opera il costruttore tedesco. Preparando forse la vendita frazionata degli asset aziendali, Escom decide nel ’96 di scorporare il business dell'Amiga in una società indipendente che prende il nome di Amiga Technologies. Nel '97 Escom fallisce. Amiga Technologies passa così al costruttore americano Gateway 2000, mentre il marchio Commodore - che nel frattempo è stato ingloriosamente usato per per dar nome a una linea di accessori da banco - va all'olandese Tulip Computers.

Dopo un lungo oblio, Tulip Computers torna a parlare del Commodore 64 in comunicato stampa emesso nel luglio 2003. La società olandese annuncia il proprio impegno nel rilanciare il glorioso marchio, dato nel frattempo in licenza a Ironstone: società che gestisce un sito Web sul quale commercializza programmi per la piattaforma. Secondo il comunicato, esistevano ben 6 milioni di utenti ed entusiasti che tengono in vita la vecchia piattaforma computer, sia riciclando le componenti hardware originali sia utilizzandone il software nelle emulazioni su pc, palmari e sistemi dell’ultima generazione. Nonostante gli annunci, nessu azione viene realmente intrapresa e bisogna attendere il 2010 per un nuovo spiraglio.

A primavera del 2010, infatti, Commodore USA (una nuova società americana con sede in Florida) prova a scuotere il mondo degli appassionati Commodore/Amiga annunciando l’imminente disponibilità del clone dello storico Commodore C64,Commodore BareBones, grazie ad un accordo con Commodore Int. Corp., ancora detentrice del brand originale.

Il nuovo microcalcolatore monta un processore Intel Atom 525, scheda grafica NVIDIA Ion2, RAM da 4 GB, disco fisso da 1 TB, masterizzatore DVD o Blu-ray opzionale, multi-lettore di schede, 6 porte USB, uscita HDMI oltre a connettività Wi-Fi e Bluetooth.

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Commodore BareBones

Quando si parla di personal e home computer uno dei primi nomi che viene in mente è quello di Commodore: azienda che ha prodotto, a cavallo tra gli Anni 80 e 90, alcuni dei modelli di maggior successo. Benché abbia avuto massima notorietà in questo periodo, Commodore ha origini lontane nel tempo. Nasce infatti negli Anni 50 come piccola azienda artigiana di macchine da scrivere che, per circostanze in gran parte fortuite, approda nella seconda metà degli Anni 70 al mondo dei computer.

La storia di Commodore si intreccia agli inizi con quella del suo padre-padrone, Jack Tramiel: polacco di origine ebraica sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, emigrato adolescente negli Stati Uniti nel dopoguerra. Dopo una breve esperienza di lavoro nell'esercito americano come elettricista e riparatore tuttofare, Tramiel decide di aprire un piccolo laboratorio di macchine per ufficio a New York nel Bronx. In società con un amico crea nel 1954 Commodore Portable Typewriters, il cui nome (come spiegato dallo stesso Tramiel in un'intervista) scaturisce dalla sua passione per le cose militari, oltre che da marchi esistenti come Admiral e General.

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Jack Tramiel

Nel 1955, per sviluppare l'attività commerciale con l'Europa (in particolare con l'Italia da cui importa i prodotti Olivetti), Tramiel costituisce una nuova società a Toronto in Canada. Nasce così Commodore Business Machines International (CBM), azienda che nel 1962 si quota in Borsa e si espande su nuovi settori di mercato. Negli Anni 70, seguendo l'esempio di altri costruttori di macchine per ufficio, Commodore comincia a produrre calcolatrici utilizzando tecnologia e componentistica di Bowmar e Texas Instruments. Con l'espandersi del mercato delle calcolatrici elettroniche, Tramiel intuisce l'importanza strategica della microelettronica e decide quindi di rendere la propria azienda autonoma nella produzione dei semiconduttori. Il "colpo da maestro" è l'acquisizione, nel 1976, della MOS Technologies, società produttrice di chip tecnologicamente all'avanguardia ma finanziariamente in cattive acque, a causa (secondo alcuni osservatori) dell'eccessiva diversificazione di attività e dei troppi investimenti.

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SR7919, una delle calcolatrici Commodore

Eccetto i circuiti per le calcolatrici, Tramiel è intenzionato a tagliare tutti i rami secchi dell'azienda acquisita, ma Chuck Peddle, già in MOS, riesce a convincerlo che la CPU 6502 (realizzata da solo un anno), avrebbe potuto dare grandi soddisfazioni in futuro, diventando la base per la produzione di personal computer. La sfida però non era tanto nel far capire al CEO di Commodore il “valore” della CPU, quanto spiegargli nel 1976 cosa fosse un “personal computer”: un'idea astratta, un'intuizione comune a pochissime persone al mondo. 

La leggenda vuole che il pragmatico Tramiel abbia dato a Peddle una sorta di ultimatum: portare a termine entro sei mesi il progetto di un computer per il mercato professionale o chiudere tutto. La scadenza è rispettata: e nel '77 nasce il primo personal computer di Commodore: il PET 2001.

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Chuck Pedddle ed il PET 2001

Il nome PET sta per Personal Electronic Transactor, acronimo che ha per gli anglosassoni il familiare significato di animale domestico, mentre 2001 è un chiaro riferimento al celebre film di Kubrik del 1968 e alle fantastiche capacità del computer HAL.

Tutte scelte orientate ad accreditare il nuovo sistema come “assistente personale” nell’immaginazione degli utenti non professionali, a differenza delle precedenti soluzioni MOS come, ad esempio, l'apprezzatissima scheda KIM1.

Oltre alla CPU 6502, che funziona a 1 MHz, la macchina ha 4KB di RAM, il linguaggio di programmazione Microsoft Basic, monitor e registratore a cassette incorporati. Venduto inizialmente a 600 dollari, il PET si rivela un grande successo e genera una domanda di sistemi che eccede molte volte le capacità di produzione. Commodore, che non ha in quel momento alcun problema di concorrenza, impone agli acquirenti tempi di consegna che superano i tre mesi. L'architettura di base del PET viene successivamente aggiornata con maggiori disponibilità di memoria, una tastiera più efficace e una unità di registrazione a disco magnetico.

Nel gennaio del 1981, per rispondere al crescente interesse del mercato consumer per i computer, Commodore crea "il computer per le masse", ovvero il VIC-20 (l'anno prima il computer è commercializzato sperimentalmente in Giappone, con il nome di VIC-1001).

vic20

Il Vic20

Anche in questo caso il nome del nuovo microcalcolatore è un connubio di due termini diversi: VIC sta per Video Interface Chip (il nome del circuito che controlla la visualizzazione a colori), mentre “20” è un numero di fantasia, senza rapporti con parametri funzionali.
Il progetto è guidato da Michael Tomczyk, mentre Bob Yannes è il responsabile dell’architettura e, in seguito, curerà anche l’innovativo chip musicale SID del C64. Secondo alcune fonti, Commodore realizza il VIC-20 per sfruttare componenti e tecnologie sviluppati senza successo per il mercato delle console di giochi.

In seguito al successo del VIC-20 (un milione di unità vendute in un anno), Commodore pianificò due nuovi sistemi: il fratello minore VIC-10 (noto anche come UltiMax) e il fratello maggiore VIC-30.
Nel frattempo però il Commodore 64 irrompe prepotentemente sul mercato, offuscano il VIC-10 ed inglobando la modalità “UltiMax mode” per usare le relative cartucce. Il VIC-30 non venne invece immesso sul mercato.

ultimax

Pubblicità del VIC-10

Così il nuovo principe di casa Commodore diventa il Commodore 64. Basato sul MOS 6510, il nuovo computer si presenta con una dotazione di tutto rispetto: 64KB di RAM e due chip diversificati per la grafica e la riproduzione audio, entrambi con capacità molto avanzate. Il C64 è insomma un personal computer senza compromessi, sia pure con un prezzo di vendita di 599dollari, non proprio alla portata di tutti. Il livello notevole delle capacità fa però sì che il sistema possa essere prodotto per lungo tempo senza aggiornamenti e quindi, a differenza dei concorrenti, senza creare discontinuità nel supporto software. Potendo contare su una crescita esponenziale delle vendite, prezzi della tecnologia in continuo calo e un lunghissimo periodo di produzione, il nuovo computer si rivela un grandissimo successo per Commodore. Si stima che l'azienda abbia prodotto tra i 17 e i 22 milioni di C64 e che siano stati scritti per la piattaforma decine di migliaia di programmi. Commodore realizza nell'83 una versione trasportabile del C64: SX-64, dotata di monitor CRT a colori e lettore floppy da 5,25" incorporati.

commodore64

Commodore 64

Grazie al successo dei propri prodotti Commodore supera la soglia del miliardo di dollari di fatturato. Nel nuovo contesto di grande azienda tecnologica la figura carismatica del fondatore Tramiel comincia ad apparire agli azionisti pericolosa e ingombrante. Nell'84, con la prima grave crisi nel mercato dei personal computer, Tramiel è sostituito da Irving Gould alla guida di Commodore. Malgrado l'importanza dell'avvicendamento è una scelta improntata alla continuità: fin dagli Anni '60 Gould era stato il finanziatore dell'azienda e il suo salvatore nei momenti più difficili. Lasciata Commodore e incassato l'enorme plusvalore della propria trentennale partecipazione azionaria, Tramiel si rimette in gioco entrando nel capitale del gigante dei videogiochi Atari e guidandone, come presidente, il rilancio nei computer.

Nella primavera dell'84 Commodore lancia al Cebit (la fiera informatica di Hannover in Germania) due nuovi modelli professionali: il Commodore Z8000 e il Commodore PC. A giugno, al Consumer Electronics Show di Chicago, è la volta degli home computer Commodore 16 e Plus/4. Al costo di 100$, Commodore 16 è il sistema d'ingresso della linea, progettato per rimpiazzare il vecchio VIC-20 di cui è cessata la produzione. Il Plus/4, che invece costa 300$ e ha 64KB di memoria, punta invece ad aggiornare il C64. E' un personal dal design più ergonomico, con tasti cursore separati per le funzioni di posizionamento (quelle che in seguito reclameranno l'uso del mouse); ha inoltre in ROM un set di applicazioni di produttività, richiamabili rapidamente premendo un tasto. I nuovi computer hanno un'accoglienza molto fredda sul mercato. Per nulla innovativi rispetto ai modelli concorrenti, fanno apparire Commodore anni luce lontano da Sinclair e Apple che nell'84 hanno rispettivamente presentato il QL e il Macintosh. Fatto ancor più grave, i nuovi computer Commodore sono incompatibili con i programmi realizzati per il VIC-20 e il C64. Il rigetto del mercato è tale da costringere Commodore a riprendere la produzione del C64.

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Commodore PLUS/4

Mentre il software acquista sempre più valore, si moltiplicano le esperienze negative degli utenti sulle architetture minori, lasciate spesso al loro destino dai costruttori. L'attenzione del mercato si focalizza così su un aspetto del tutto nuovo: la compatibilità. La compatibilità diventa un elemento fondamentale nella scelta delle piattaforme computer: il motivo sul quale fa leva il marketing di Philips e di un gruppo di costruttori giapponesi uniti sotto l'egida dello standard MSX. In campo professionale, le piattaforme Apple II e IBM PC, 'standard di fatto' e sempre più ricche di software rimpiazzano i tanti anonimi sistemi basati sul processore Zilog Z-80 e sistema operativo CP/M dei primi anni '80.

 

[Fonte: PT, http://web.tiscali.it/city/commodore1.htm]

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Nel 1987 Commodore rilascia il C64C, una revisione del C64 con un case ridisegnato color crema, profilo più basso e una scheda madre più compatta, completamente reingegnerizzata. Le prime unità prodotte hanno le serigrafie della tastiera identiche a quelle del modello classico, mentre le successive si arricchiscono di un nuovo design ed una disposizione diversa dei simboli, tutti sulla faccia superiore del tasto.

Il C64 C viene prodotto nelle fabbriche Commodore dislocate in Germania, Hong Kong e Cina e ne viene commercializzata persiono una versione con incluso l'Adattatore Telematico 6499, ovvero un modem 1200/75 baud (per l'accesso ai servizi Videotel) e 300/300 baud.

Sul C64 C possiamo trovare tre tipi di board:

la ASSY 250425 del 1984, ereditata dal vecchio modello e montata in esigue quantità solo dalla fabbrica tedesca,

la ASSY 250466, identica alla precedente ma con 64K distribuiti su 2 chip invece di 8;

la ASSY 250469 ad alta integrazione (board revision BN/E) utilizzata anche sul C64 G.

E' utile precisare che, fino al 1987, sul mercatosono presenti almeno due ASSY different, quindi è possibile trovare C64 C recenti dotati delle vecchie schede. Solo a partire dalla fine del 1988 si è assistito ad una capillare diffusione della Revision BN/E su tutte le line di produzione. Anche il Case evolve in base alle revisioni: in un caso, i materiali più economici, ne causano la flessione sotto il peso della board e della tastiera, producendo il classico scricchiolio. Nell'altro, le plastiche migliori e molto più spesse danno l'idea (reale) di notevole solidità.

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Versione Australiana con il case nuovo ma la tastiera della prima serie (color marrone)

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Versione Aldi (uscita in Germania) con il case vecchio ma scheda nuova e testiera nuova (color beige)

Per commemorare il milionesimo Commodore 64 prodotto in Germania, la divisione tedesca (Commodore Büromaschinen GmbH) realizza una versione speciale in edizione limitata (200 unità, numero di serie 1'000'000 - 1'000'199) chiamata (in tedesco) Golden Edition, con case dorato ed avvitato su una piastra decorata con disegni di circuiti e riportante la seguente dicitura:

« Goldene Edition
aus Anlaß des 1.000.000sten
C 64 in Deutschland
5. Dezember 1986 »

 

« Edizione oro (dorata)
in occasione del milionesimo
C 64 in Germania
5 dicembre 1986 »

L'esemplare viene presentato al museo BMW di Monaco di Baviera, affittato per l'occasione dalla Commodore, e le relative unità non vengono vendute al pubblico, ma date consegnate ai rappresentanti della stampa e dell'economia, come la numero 1'000'058 donata alla rivista tedesca "64'er". Nota curiosa: il numero di serie è scritto a penna al fianco al logo Commodore.

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Versione GOLD per la commemorazione le milionesime macchine vendute.

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Versione Giapponese.

Caratteristiche tecniche

Anno produzione
1986

Prezzo d'uscita
399.000 Lire

CPU: CSG 6510
1 Mhz clock speed.
RAM: 64 kilobytes
ROM: 20 kilobytes
C64 Kernal
CBM Basic 2.0

Video: MOS 8565 "VIC-II"
320 x 200 Hi-Resolution
40 colonne testo
Palette di 16 colori.

Suono: CSG 8580 "SID"
3 voci stereo, capacità di suono sintetizzata/digitale

Porte: MOS 6526 CIA x2
2 Porte Joystick/Mouse
Femmina round DIN CBM Seriale
Maschio edge-connector CBM Datasette
Maschio edge-connector parallela programmabile "User"
Round DIN CBM Monitor
Femmina edge-connector C64 espansione
Bottone accensione

Tastiera: Full-sized 62 key QWERTY
8 tasti funzione programmabili
2 tasti direzionali per cursore

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Il Commodore 128 viene presentato al CES di Las Vegas del 1985, tre anni dopo il suo celebre predecessore, il Commodore 64. Il calcolatore viene presentato come IBM PC o Macintosh killer, tentando di risollevare l’immagine di Commodore dai flop della serie C264, pensata come nuova linea di calcolatori per le masse e basata sul chip TED (dal nome della particolare componentistica), ovvero il C116, il C16 e il Plus/4 pensato come soluzione per l'utenza professionale. Oltre il problema di posizionamento sul mercato (dovuti alla drastica riduzione di prezzo del C64 e del VIC-20), la serie C264 soffre dell’incompatibilità con i diretti predecessori non consentendogli, quindi, di sfruttare la gran massa di programmi e giochi scritti per il C64.

Il C128, invece, è pienamente compatibile con il C64 ed implementa alcune delle caratteristiche avanzate delle macchine TED, come il BASIC 3.5 che viene ulteriormente sviluppato e portato alla versione 7, unificando le due linee di sviluppo. Nonostante le caratteristiche decisamente interessanti, la CPU 6150 è ancora ad 8bit e non riesce a contrastare l’avanzata dei sistemi a 16 bit concorrenti e l’acquisto di Amiga, il calcolatore non riscuote particolare successo.

Sulla carta uno dei punti di forza sono le nuove capacità grafiche che offrono una modalità di visualizzazione di 640x200 per 80 colonne(grazie al nuovo chip VDC), che, tuttavia, non supporta gli sprite (se non in modalità 40 colonne) e consente di accedere alla memoria video solo indirizzando singolarmente ogni locazione attraverso un macchinoso sistema a due registri, rendendo molto lente le operazioni grafiche. In pratica, lo sviluppo di giochi con grafica in modalità 640x200 è improponibile sul C128 in modalità nativa, tanto da spingere una software house esterna, la Walrusoft, a creare il BASIC 8.0, una versione custom con particolari estensioni che semplificano in modo impressionante la gestione del VDC.

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Il Package


Oltre ad un audio a 3 canali, il Commodore 128 può contare anche su un processore parallelo Z80 (ZiLOG) che consente di utilizzare il Sistema Operativo CP/M e accedere al relativo parco programmi. Sempre in funzione del sistema della Digital Research, il C128 supportava nativamente una modalità di trasferimento accelerata dei dati sul bus seriale dei dischi (burst mode) e vengono create due nuove unità a disco: il 1570 (single side) e il 1571 (double side), entrambi in grado di supportare la scrittura in formato MFM in abbinamento al precedente GCR.

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Diskdrive 1571

Per supportare correttamente la dualità Basic – CP/M, all’accensione, il sistema è in grado di ricercare software autoavviante dalla prima unità a disco. Il BASIC residente del C 128, denominato BASIC 7.0 integra funzioni grafiche avanzate, anche se di difficile utilizzo, e la possibilità di controllare la parte audio. Per la prima volta, nella storia del Basic Commodore, compare in modo diretto il riferimento al copyright Microsoft, da cui deriva.

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Basic 7.0

Per quanto interessante, il Basic 7.0 è ancora incompleto: i comandi QUIT e OFF, se impartiti, generano l'errore “?UNIMPLEMENTED COMMAND ERROR”. Nonostante le limitazioni, il BASIC 7 è comunque la scelta principale degli utilizzatori del C128, visto che il CP/M ha praticamente poco seguito. Infatti gli utenti vedono in questo calcolatore un C64 potenziato, con cui continuare a utilizzare i propri giochi e programmi preferiti in attesa di quelli esplicitamente realizzati per essi. Inoltre il supporto hardware del CP/M on è proprio ottimale, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei dischi.

Oltre al Basic ed al CP/M, Berkeley Softworks effettua un porting del proprio GEOS, già disponibile per il C64 ed ora pronto a sfruttare appieno le potenzialità del nuovo calcolatore. Da evidenziare che, dal 2004, le versioni GEOS per Commodore, sono state rese freeware, quindi liberamente scaricabili, dal sito di Geoworks.

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L'alta compatibilità con il Commodore 64 è dovuta al fatto che i più importanti componenti del C64, come il VIC, il SID e le ROM del BASIC 2.0 e del KERNAL (non Kernel, per un errore di stampa della documentazione relativa) del C64, sono presenti anche nel C128 e grazie al fatto che la CPU MOS 6510 è una evoluzione assolutamente retro compatibile del 6502. Inoltre, tutte le periferiche del C64 sono collegabile al C128, incluse le cartucce che, però, fanno avviare il calcolatore in una speciale modalità C64, non del tutto affidabile soprattutto a causa dell’utilizzo diretto degli indirizzi del chip MMU. Ciascuna delle due CPU può indirizzare al massimo 64Kb, per un totale di 128Kb.

Sulla carta il C128 ha tutti gli elementi per ripercorrere lo strepitoso successo del suo successore: dispone della stessa quantità di memoria del Macintosh 128K e ha più capacità grafiche e sonore di un comune PC IBM. Inoltre può accedere a una vastissima quantità di software, da quello scritto per il C64 a quello per CP/M. In realtà quest’ultimo aspetto di dimostra deludente perché il CP/M è ormai in forte declino in favore del PC(MS) DOS.

Inoltre la concorrenza è agguerrita: Apple invade il mercato con nuovi Mac potenziati (1MB RAM, interfaccia SCSI, ecc), Atari (ormai in mano a Tramiel, furioso per essere stato estromesso da Commodore) presenta l’ Atari 520ST, e la stessa Commodore crea una sorta di auto-concorrenza con l’acquisizione di Amiga.

Tutto questo condanna il C128 ad un inevitabile flop, e a nulla servono gli step evolutivi del tardo 1985, con cui Commodore rilascia per il mercato Europeo una versione dal design rivisto del C128, il C128D. Praticamente, il nuovo modello, ricalca il design dei PC-IBM: case con integrato un lettore floppy (stessa meccanica del 1571), ventola di raffreddamento e tastiera esterna.

Nella seconda metà del 1986, il C128D sbarca in America con la rev. C128DCR (“Cost Reduced”), che va ad aggiornare anche quello Europeo. In nuovo sistema ha un case in acciaio, un alimentatore disaccoppiato dal resto del sistema (come nel C128D) e, ovviamente, il floppy 1571 interno. Dal punto di vista circuitale, Commodore ottimizza la componentistica utilizzata, soprattutto per ridurre i costi di produzione, e sostituisce il chip video 8563 con il MOS Technology 8568.

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Commodore 128D

Il Commodore 128 è stato prodotto sia nel classico modello con tastiera americana sia in versioni nazionalizzate (tedesca e italiana le più note da noi).

Caratteristiche tecniche

Anno produzione
1985

Prezzo d'uscita
990.000 Lire

CPU: CSG 8502 e Z-80
1 or 2 Mhz clock speed con 8502.
3 Mhz clock speed con Z-80
RAM: 128 kilobytes
CBM Basic 7.0
CP/M 3.0

Video: MOS 8564 "VIC-II" e MOS 8563 CTRC
Modo testo 1: 40 colonne testo
Modo testo 2: 80 colonne testo
Palette di 16 colori.
2 tipi di risoluzioni: 320 x 200, 640 X 200

Suono: MOS 8580 "SID"
3 voci stereo, capacità di suono sintetizzata/digitale

Porte: MOS 6526 CIA x2
2 porte Joystick/Mouse
Femmina round DIN CBM Seriale
Maschio edge-connector CBM Datasette
Maschio edge-connector parallela programmabile "User"
Round DIN CBM Monitor
Femmina edge-connector C64 espansione
Bottone di riavvio reset del sistema
Porta tastiera
Bottone accensione

Tastiera: Full-sized 93 key QWERTY
14 tasti numerici sul tastierino
8 tasti funzione programmabili piu tasto help
4 tasti direzione più 4 tasti del cursor pad

commodore16

Il Commodore 16 fa parte della serie 264, pensata come linea successiva al Commodore 64.
In pratica, si tratta di una versione ridisegnata con soli 16 Kbyte di RAM del Commodore Plus/4, priva degli applicativi su ROM e con un nuovo desing, ispirato al VIC-20 e al C64, anche se di colore nero.
Il calcolatore è, chiaramente, incentrato sul chip TED per la gestione della grafica e del sonoro, mentre il processore è un CSG 7501 a 1.75 MHz che consente il bank switching dinamico, ottenendo una disponibilità di RAM di 13Kb a fronte dei 16K di RAM totali, che, tuttavia, per l'accesso alla grafica bit-map si riducono della metà.

Se tale percentuale è decisamente interessante, considerando che il C64, a fronte di 64K di RAM, ne rende disponibili solo 38, la quantità totale di 8Kb è decisamente ridotta, rendendo questo computer poco piu' di uno strumento didattico.

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Commodore Basic 3.5
 

Il C16 si caratterizza esattamente come il Plus/4: BASIC 3.5, gestione ottimale memoria (come visto), ricco set di colori ma graficamente scandente soprattutto per l’assenza degli sprite. Anche sul versante software il Commodore 16 non vanta titoli particolari, se non quelli derivanti dal settore educational. Nonostante tutte le limitazioni e l’insuccesso negli USA, il C16 conosce un buon successo nei paesi del nord Europa e anche in Itali. Nota curiosa: in sud-america, invece, nacque una variante ufficiosa, possibile a causa della scarsa legislazione in vigore all'epoca, con logo Drean prima di quello Commodore.

commodore16_package

Caratteristiche tecniche

Anno produzione
1984

Prezzo d'uscita
100 $

CPU: Tecnologia MOS 7501
Velocità clock variabile con picco di max 1.76mhz
RAM: 16 kilobytes
Espandibile a 64k internamente
ROM: 32 kilobytes

C16 Kernal & BASIC v3.5
50 comandi aggiuntivi rispetto al BASIC 2.0

Video: Tecnologia MOS 7360 "TED"
5 modalità video
Risoluzione 320 X 200
40 colonne testo
Palette di 16 colori in 8 tonalità, per 128 colori.

Sound: Tecnologia MOS 7360 "TED"
2 possibilità di voce e generazione suoni

Porte: MOS 7360
2 porte Joystick/Mouse
Porta Round DIN CBM Seriale
Porta Femmina edge-connector 'TED'
Porta e switch RF "TV"
Porta Round DIN CBM Monitor
Tasto accensione e reset
Connettore DIN Power

Tastiera: QWERTY
66 tasti stile scrivente standard
8 tasti funzione programmabili
4 tasti direzionali cursore

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