Nel 1979, Jobs ha l’occasione di visitare gli Xerox PARC e si innamora, letteralmente, di quanto fatto dagli ingegneri del centro di ricerca: una nuova modalità di interazione uom-macchina basata su interfaccia grafica, mouse e sulla metafora della “scrivania”.
Così Jobs racconta le visite al PARC (da una video intervista di Bob Cringely a Steve Jobs del 1995):
“C’erano tre o quattro persone che insistevano perché andassi allo Xerox PARC a vedere quello che stavano facendo, così alla fine mi decisi e ci andai. Furono molto gentili e mi mostrarono quello su cui stavano lavorando, mi fecero vedere tre cose in effetti. Ma ero talmente abbagliato dalla prima che non vidi realmente le altre due. Una delle cose che mi furono mostrate fu la programmazione orientata agli oggetti. Me la fecero vedere ma io non la notai davvero. L’altra che mi mostrarono fu un sistema di reti di computer, ci saranno stati un centinaio di computer Alto, tutti messi in rete, dotati di e-mail, eccetera, eccetera.
Ma io non vidi nemmeno quella. Ero così accecato dalla prima cosa che mi avevano mostrato che era l’interfaccia grafica. Pensai che fosse la cosa migliore che avessi mai visto in vita mia. Ora, ricordate, era molto imperfetta, vedemmo che era incompleta, che avevano sbagliato un sacco di cose; ma quello di cui ci rendemmo comunque conto è che il principio di un’idea era lì in quel momento e che avevano fatto un gran lavoro. E in dieci minuti mi fu evidente che tutti i computer avrebbero funzionato in quel modo, un giorno."
Jobs decide che i futuri computer Apple saranno dotati di un sistema operativo con interfaccia grafica e dà vita al progetto Lisa: ufficialmente “Locally Integrated Software Architecture”, ufficiosamente nome scelto in onore della figlia.
L'Apple Lisa
Presentato a gennaio 1983, il Lisa ha un hardware piuttosto avanzato per l’epoca: processore Motorola 68000 a 16/32 bit, 1 MB di RAM, unità dischetto da 871K, un monitor monocromatico integrato da 12 pollici con una risoluzione di 720 X 364 pixel, un disco fisso esterno opzionale da 5 MB e una periferica allora pressoché sconosciuta, un grosso mouse squadrato a tasto singolo.
Ma il fiore all’occhiello è il sistema operativo Lisa OS che offre un’interfaccia grafica orientata agli oggetti basata sulla metafora della scrivania, con icone, cartelle e un cestino dei rifiuti. Si trattava di un ribaltamento totale dell’approccio in voga al tempo: ad esempio, invece di lanciare un programma e in seguito creare o aprire un file attraverso di esso, si può semplicemente cliccare su un documento.
Lisa OS
Insieme al computer viene fornita anche una suite di sette applicazioni, Lisa 7/7, tra cui un programma di videoscrittura, uno di disegno e un foglio di calcolo.
Lisa 7/7
Ci vogliono be 5anni per avere il Lisa con un ingente quantità di investimenti, cosa che porta Apple a vendere il Lisa ad un prezzo di circa 10.000 dollari del 1983, decisamente troppo elevato, se si pensa che era quasi il doppio un PC IBM con 10MB di disco fisso.
Tutto questo, aggravato dall’abbandono del progetto da parte di Jobs per conflitti interni, portano il gioiello di Cupertino a trasformarsi presto in un grosso fallimento.
Fonte: https://www.inexhibit.com/it/case-studies/different-fate-apples-lisa-macintosh-design-matters/