OS X Mavericks, alias Mac OS X 10.9, è stato ufficialmente rilasciato il 22 ottobre del 2013. Abbandonati i nomi dei felini (terminati), la scelta è ricaduta su “Mavericks” che nel mondo anglosassone è da intendersi come “Anticonformisti”.
Le novità sono davvero tante, soprattutto in termini di ottimizzazione del sistema ed integrazione con elementi del mondo iOS, ma quello che ha reso sicuramente estremamente felici gli utenti della Mela è l’aggiornamento gratuito, fatto del tutto inusuale per i sistemi made in Cupertino. E’, comunque, doveroso evidenziare come la strategia di Apple sia quella di concentrare gli utili sui device che, con un costo decisamente superiore alla media, ripagano oltremodo gli investimenti sul software.
L’aggiornamento è possibile per tutti gli utenti che dispongono di un iMac targato metà 2007 o un MacBook di fine 2008.
Entrando nel merito, si evince da subito che la User Interface non ha subito grossi cambiamenti rispetto a Mountain Lion, ad esclusione della possibilità di riposizionare Mission Control e dell’adeguamento di alcuni applicazioni (Calendario, Note e Contatti) alle controparti di iOS 7.
Carina, ma senza alcuna finalità aggiuntiva, l’animazione “star-effect” che compare attorno alle applicazione che si va ad installare.
Così come l’interfaccia, anche il Finder non viene stravolto, ma è interessato da alcune novità, prima tra tutte la possibilità di aprire più schede anche nelle applicazioni di sistema: in pratica, come nel browser, è possibile visualizzare il contenuto di diverse cartelle nella stessa finestra, anche in modalità full-screen.
Decisamente più interessante è l’utilizzo dei Tag che, associati ai file, consentono di ricercarli ed individuarli in base alle nostre esigenze.
Come sempre, lato browser, Safari viene costantemente migliorato nelle performance e nel supporto agli standard web, concedendosi, in questo caso, una completa rivisitazione dei “Top Sites”, molto più simili a quelli disponibili per la versione iOS.
Poche anche lo modifiche al Notification Center, che ora guadagna la possibilità di inviare e ricevere messaggi e il widget di LinkedIn. Utile la nuova funzione “Do Not Disturb” che permette di disattivare le notifiche quando lo si desidera.
Con Mavericks viene finalmente risolto il problema della cattiva gestione della modalità Dual Display: infatti il secondo display era prima usato solo come un clone del primo, mentre adesso, su di esso compare Launchpad indipendente con cui usare applicazioni differenti.
Ma le novità più interessanti sono sicuramente sotto il cofano. Apple ha, infatti, introdotto alcune tecnologie innovative per la gestione dell’hardware, facendo di OS X Mavericks un sistema operativo davvero all’avanguardia. Grazie a Timer Coalescing, il nuovo sistema riduce fino al 72% il carico della CPU: in pratica le operazioni di basso livello vengono “raggruppate”, permettendo così al processore di lavorare periodi di idle più lunghi, cosa che si trasforma in performance migliori ed un deciso abbattimento dei consumi. Inoltre, grazie ad App Nav, le applicazioni in secondo piano sono messe in una sorta di “stand-by” portando il loro utilizzo di CPU a 0 e dedicando tutte le risorse alla finestra/applicazione in primo piano.
Interessante anche la soluzione di non bloccare più un quantitativo di memoria fisso per la GPU (in particolare quella condivisa), riservandola solo quando necessario ed estendendola anche oltre i limiti previsti dagli OEM. E, sempre in relazione alla RAM, Cupertino ha dotato il suo nuovo sistema operativa di un algoritmo di compressione dati affinché vi sia sempre un quantitativo sufficiente di memoria libera, evitando la paginazione su disco e migliorando nettamente la velocità complessiva del sistema (Apple afferma che si arriva al raddoppio) rispetto a OS X Mountain Lion.
Da segnalare anche il supporto integrato alle librerie OpenCL 1.2 e OpenGL 4.1, entrambe in grado di velocizzare fortemente le applicazioni che fanno un uso intensivo del sottosistema grafico.
Sul fronte Cloud, arriva il nuovo iCloud Keychain, che promette di conservare tutte le nostre password in modo trasparente e renderle disponibili su tutti i dispositivi della Mela. Tale opzione è, probabilmente, molto utile per Safari (si pensi ai vari account web) ed è praticamente un clone di quella offerta da Chrome.
In bundle arrivano iBooks e Maps, degni omologhi delle versioni per iOS, permettendo di leggere i propri libri digitali e utilizzare le mappe direttamente su nostri Mac, mentre il Parental Control è decisamente migliorato e potenziato.
Insomma, non una rivoluzione, ma un deciso passo avanti del sistema operativo di Apple.