Prima di raggiungere la sua prima versione commerciale, il CP/M subisce notevoli cambiamenti ed evoluzioni, diventando un prodotto decisamente diverso dal primo embrione sviluppato da Kildall ed etichettato come Release 1.0. Inoltre le primissime versioni sono sviluppate in seno alla Naval Postgraduate School, sfruttando finanziamenti pubblici e rilasciata necessariamente come software di pubblico dominio.
Anche la prima versione robusta, la Release 1.2, pensata per il microcalcolatore l’Intellec-8 con le periferiche aggiuntive messe a punto da Torode, è sviluppata prima che Kildall abbandonasse ufficialmente la Marina e fondasse Digital Research. Tale release, non sembra però essere stata rilasciata pubblicamente.
La prima vera release commerciale è la 1.3 (1976), sostanzialmente una 1.2 riveduta e corretta, ma comunque ancora afflitta da una serie di problemi e limitazioni funzionali dovuti alla veloce codifica del sistema operativo.
Il forte interesse dimostrato dal mercato e l’accordo con IMSAI, spinge Digital Research ad approcciare una completa riscrittura del CP/M, finalizzandola all’ottimizzazione del kernel e delle utility fornite con esso. Questa nuova versione, etichettata come CP/M 1.4 (1979) e distribuita su floppy da 8", risente chiaramente delle forti limitazione dell’ hardware dell'epoca: pochissima memoria RAM disponibile, floppy da 8" Single Density (160Kb), tra l’altro poco diffusi, e dispositivi accessori poco “intelligenti”.
Nonostante tutto ciò il CP/M è comunque straordinario perché, per la prima volta, si ha a disposizione un sistema operativo praticamente universale, indipendente dall'OEM che forniva l'hardware.
E’ doveroso sottolineare, inoltre, che la Release 1.3 non viene abbandonata con il rilascio del CP/M 1.4, bensì viene ceduta, con tutti i relativi diritti, alla Cromenco che la modifica sensibilmente e crea il proprio CDOS (Cromenco Disk Operating System).
Cromenco CP/M