Bushnell, liberatosi da quello che ormai riteneva, all’epoca, solo un peso:
“I was exhausted. Atari was an all-consuming entity. And part of it was this chase for capital, this quest for payroll. So to sell the company was in some ways a relief. Literally I felt like I had lost it all almost every other month. It seemed like one crisis after another.”
[Ero esausto. Atari era una realtà che consumava ogni mia risorsa, in particolare impegnandomi nella “caccia” ai capitali finanziari. Quindi vendere la società è stato in qualche modo un sollievo. Letteralmente mi sentivo come se perdessi tutto ogni mese. Sembrava una crisi dopo l'altra.]
acquista, dalla stessa Warner Communication, la catena di pizzerie Pizza Time Theaters, trasformandola in Chuck E. Cheese Theaters, caratterizzata da una serie di pupazzi animati che emettono suoni e presentano il menu del giorno: un luogo dove bambini e adulti possono giocare ai videogiochi e mangiare una gustosa pizza, il tutto in assoluta spensieratezza.
Nolan Bushnell e Chuck E. Cheese
Bushnell ritorna così alla sua passione originale e lo stesso logo della catena è, come egli stesso afferma, un tributo a Disney, vista la somiglianza del mega sorriso con quello di Mickey Mouse:
“Avrei sempre voluto lavorare per la Disney, ma mi sono visto rifiutare l’assunzione […] Chuck E. Cheese è il mio “omaggio” al genio di Walt”.
L’esperimento però, dal punto di vista del business, è tutt’altro che un successo, tanto che nel 1984 si dimette proco prima che la catena dichiari fallimento, anche se poi la catena riuscirà a riprendersi grazie ad una minuziosa gestione controllata. Parallelamente, la passione per i robot lo porta a fondare Androbot Inc, focalizzata, ovviamente, sulla progettazione e realizzazione di robot per l’intrattenimento il cui primo esemplare viene chiamato Topo (Disney docet), programmabile in Basic, Logo e Forth.
Purtroppo i prodotti, semplicemente, non funzionano come ci si attende e sono in grado di fare poco o niente. Bushnell brucia così circa 20milioni di dollari ed è costretto a vendere la casa a Parigi (8 milioni di dollari, 1986) per far cassa.
Un Androbot comandato dall’Apple II
La sua situazione finanziaria è disastrosa: circa 22.8 milioni di dollari di debiti e Merrill Lynch come principale creditore. L’ex CEO di Atari non si lascia però sopraffare dallo sconforto e comincia a saldare i debiti con Merrill Lynch grazie ai proventi derivanti dalle altre società (Etak, Cumma e Axlon) in cui ha partecipazioni dirette.
Come ci si può attendere da una vicenda così complessa, Bushnell e Merrill Lynch finiscono in tribunale, soprattutto perché il primo imputa alla società di investimenti la colpa del fallimento di Androbot, in seguito al ritiro della propria OPA. Dopo mille vicissitudini, a Bushnell restano da pagare 500mila dollari e per rispettare i tempi (21 giungo 1995) è costretto a vendere anche la villa in California da 6milioni di dollari, trasferendosi così in una residenza più modesta a Los Angeles. La decisione è difficile ma un ritardo avrebbe provocato un amento del debito di 7volte, portandolo a 3.5 milioni di dollari.
Prima di lasciare la fallimentare Androbot, porta con se un esemplare di “Topo”, al fine di ricordare come il business è sostanzialmente una “lotta”, anche se ciò è proprio quello che lo rende divertente. Forte della voglia di riscatto, dopo aver risolto le questioni finanziare/legali, entra in PlayNet/Arista, società che sviluppa un sistema touchscreen da “bar” per l’intrattenimento e l’accesso ad internet, permettendo di giocare a tornei online.
Nel 2000, basandosi sulla tecnologia e l’esperienza maturata proprio in PlayNet, da vita a uWink, Incper la realizzazione di soluzioni per l’intrattenimento all’interno dei locali e nel 2006 nasce il primo uWink Bistroa Los Angeles. Si tratta di un ristorante (2.0?) definito “ciber-entertainment-wired” che ha come tavolo un hub tecnologico fondendo virtualmente tra loro: cibo, ristorazione ed entertainment.
Bushnell all'inaugurazione del uWink Bistro di Woodland Hills, California
Durante tutte queste esperienze, Bushnell abbraccia la teoria della “singolarità tecnologica” (the singularity), fortemente caldeggiata da Raymond Kurzweil, che profetizza l’estensione delle capacità umane e la virtuale immortalità attraverso una sorta di fusione del cervello umano con (nano)tecnologie. Da qui anche il successivo impegno in Anti-AgingGames.com, un servizio online di giochi che stimolano la memoria e la concentrazione, sotto la supervisione di medici specialisti.
Il fondatore di Atari, inoltre, entra di diritto nella Consumer Electronics Association Hall of Fame” e nella “Video Game Hall of Fame”, anche grazie all’ammirazione di tanti protagonisti del settore tra cui Trip Hawkins(fondatore di Electronic Arts) che di lui ha detto:
“Nolan’s the guy who blazed the trail for me, proving that you could be successful and create a lot of value quickly. He was my John the Baptist.”
[Nolan è la persona che ha acceso in me la competizione, dimostrando che si può avere successo e fare business rapidamente. E’ stato il mio Giovan Battista]
Nelle varie interviste, Bushnell cerca di immaginare un futuro in cui robot che ci aiutano e in cui le auto raggiungono in piena autonomia le destinazioni prefissate:
“There are so many benefits […] and accident rates go to zero. You can get home when you're drunk. Kids can get to school without parents…”
[I benefici possono essere enormi […] e gli incidenti tendere a zero. Potete tornare a casa quando siete ubbriachi. I bambini possono andare a scuola senza i genitori…”]
Bushnell oggi
Nel mirino dell’ex CEO di Atari entrano anche temi socio-politici, esprimendo più volte forti dubbi sull’efficacia delle normative afferenti il settore tecnologico e non risparmiando neppure i venture capitalist, che ama definire “lemmings capitalt”, chiedendosi se non rischino di strozzare l’innovazione rincorrendo solo i profitti.
Il 19 aprile del 2010 entra nell’esecutivo di Atari SA, che commenta così l’evento:
“The addition of Mr. Bushnell ... comes at a time when Atari has increased its focus on its iconic brand and world-renowned game franchises while further expanding its business online…"
[L’ingresso di Mr. Bushnell ... arriva in un momento in cui Atari ha deciso di aumentare l’attenzione per il suo marchio e l’intenzione di espandere il proprio business nel settore dei giochi online..]
Bushnell ritorna così a “casa”, anche se della “sua” Atari non resta probabilmente altro che il nome, consentendogli però di appianare, almeno in parte, uno dei suoi più grossi rimpianti:
“I was stupid. I sold completely because I didn't understand Wall Street. In retrospect, I really wish I hadn't sold it.”
[Fui stupido. Vendetti completamente Atari perchè non capivo nulla di Wall Street. Tornando indietro non lo rifarei]
Chiaramente l’ingegnere allude al fatto che la sua assoluta incompetenza rispetto ai meccanismi della borsa, non gli consentì di racimolare nuovi finanziamenti quotando Atari piuttosto che venderla.