Python arriva sulla scena informatica nel 1991, grazie al lavoro di Guido Van Rossum, ricercatore di Amsterdam che trasferisce nel nuovo linguaggio quanto realizzato a fini didattici con ABC.
Guido Van Rossum
A differenza di quanto spesso si è portati a credere, il nome del linguaggio non viene scelto in relazione all’omonimo rettile, bensì è stato ispirato dalla commedia televisiva “The monty Python’s Flying Circus”.
Python è un linguaggio multi-paradigma, permettendo di sfruttare il paradigma object oriented, la programmazione strutturata e la programmazione funzionale. Gli oggetti sono tipizzati, ma il relativo controllo viene effettuato a runtime, consentendo ad una variabile di cambiare tipo lungo la sua storia. La sintassi è particolarmente pulita e sintetica, mentre impressiona il numero di librerie (standard o di terze parti) disponibili ed in continua crescita.
Nonostante il linguaggio di Van Rossum sia classificato come linguaggio di scripting, la grande quantità di librerie disponibili e la sua facilità permettono di scrivere software ben strutturato che favorisce lo sviluppo di applicazioni anche molto complesse.
Python è assolutamente free ed è altamente portabile, basando il proprio codice sll’ANSI C: esistono interpreti per Unix, Linux, DOS, Windows, Macintosh, Amiga, BeOS, OS/2, VMS, QNX e persino per diversi Palmari.
Inoltre, nonostante sia un linguaggio interpretato, Python è estremamente veloce, grazie alla pre-compilazione in un bytecode molto efficiente, e dispone di una efficiente implementazione del meccanismo di “garbage collection”