Da PalmOS a webOS

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Ad aprile del 2010, HP acquisisce Palm Inc, dando vita a webOS, rilasciato come soluzione OpenSource.

A tal proposito è interessante evidenziare come Palm sia entrata in crisi in seguito al flop dei vari Palm Pre e PixiPre Plus e Pixi Plus che non avendo avuto il successo sperato (addirittura non sono nemmeno arrivati in molti mercati, tra cui quello italiano).

HP spende circa 1,2 miliardi di dollari per compare la società e portarsi in casa Jon Rubinstein, in precedenza dirigente chiave di Apple e uno degli artefici della creazione dell’iPod.

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Ovviamente fulcro dell’operazione è WebOS (notare che in Palm "W" era maiuscola), che diventa il primo Sistema Operativo Mobile del gigante dell’informatica, allo scopo di tentare di giocare un ruolo di prim'ordine nel segmento dei dispositivi portatili.

In tale ottica, l’azienda di Palo Alto, annuncia da subito importanti cambiamenti all’interno del proprio organigramma societario con la creazione della webOS Global Business Unit, strutturata per curare lo sviluppo delle soluzioni targate webOS. La nuova Business Unit sostituisce, di fatto, la Palm Global Business Unit e viene affidata a Stephen DeWitt, mentre Rubinstein viene nominato vice-president per l’innovazione dei prodotti all’interno del Personal Systems Group. HP, inoltre, comincia a far trapelare diverse indiscrezioni sul TouchPad, il suo primo Tablet webOS.

Ma torniamo a webOS. Presentato ufficialmente da Palm l’8 gennaio 2009, in abbinamento allo smartphone Palm (durante il Consumer Electronics Show di Las Vegas), in pochi anni è oggetto di importanti evoluzioni. In particolare la versione 2.0, rilasciato questa volta direttamente da HP, il 19 ottobre del 2010, rappresenta un deciso salto di qualità e lo pone in condizione di entrare in seria competizione con Android, iOS e Windows Phone. Alcune delle innovazione più importati di Palm webOS 2.0 sono: il supporto per il Multi Tasking ,  l’ Universal Search, un potenziato Quick ActionsSynergy per la gestione incrociata di tutti i dati riguardanti i contatti e l’integrazione di essi con i social network, ed Exhibition che permette di lanciare delle particolari applicazioni che girano su Palm Touchstone Charging Dock

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Nonostante gli alti investimenti, webOS non riesce a convincere il mercato e l’interesse degli sviluppatori non decolla, tanto che il numero delle APP resta decisamente scarso. La società procede comunque secondo la road-map stabilita e il 9 Febbraio del 2001, nel corso di una conferenza a San Francisco, presenta ufficialmente il TouchPad.

Rivale diretto dell’iPad, il tablet HP dispone di un display touschcreen capacitivo da 9,7 pollici (risoluzione di 1024 x 768 pixel) incastonato in una scocca che misura 242 x 190 x 13,7 millimetri e pesa circa 740 grammi.  Il processore è il Qualcomm Snapdragon APQ8060 da 1,2 GHz, a cui si affianca una memoria da 16GB o 32GB,  una fotocamera di 1,3 megapixel, un giroscopio, un accelerometro e la connettività Wi-FiBluetooth 2.1. Inoltre, il tablet HP ha una decisa vena multimediale grazie agli altoparlanti stereo con tecnologia Beats Audio.

Con il TouchPad arriva anche webOS 3, che equipaggerà inoltre il Pre 3, e rilancia la sfida a diretti concorrenti del settore.

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HP TouchPad

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L'App di WordPress per webOS 3

Il mercato è però ancora scettico e risponde in modo decisamente diverso da quanto sperato da HP che, nel giro di pochi mesi, si trova addirittura costretta a ritirare il TouchPad dal mercato a causa delle vendite assolutamente deludenti.

La casa di Palo Alto, inoltre non smette di stupire il settore, annunciando, durante l’estate del 2011, di voler addirittura abbandonare il mercato dei PC di cui è una dei leader incontrastata. Questa dichiarazione, unitamente al costoso acquisto di Autonomy, evidenzia una gestione superficiale e fallimentare della società, cosa che costa la poltrona al CEO Léo Apotheker, a cui subentra Meg Whitman.

Il nuovo amministratore delegato ritratta tutto, dichiarando che la divisione computer non sarà dismessa e, poco dopo, annuncia che HP, dopo aver valutato diverse opzioni compresa l’eventuale cessione, ha deciso di rendere pubblico il codice sorgente del proprio sistema operativo mobile: in sostanza webOS diventa OpenSource, nasce Open webOS!

Secondo Whitman

“ [webOS] è l’unico sistema operativo concepito fin dal principio per essere mobile, connesso alla “nuvola’ ed estensibile”

infatti nonostante Android sia la piattaforma mobile più usata al mondo, WebOS potrebbe raccogliere il consenso dei diversi produttori che vogliono svincolarsi da Google, temendo che quest’ultima possa diventare loro concorrente dopo l’acquisizione di Motorola Mobility per 12,5 miliardi di dollari.

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